La Scala Santa Di fronte al SANCTA SANCTORUM, nel 1589, venne collocata la SCALA SANTA.
Prima di allora questa scala, che consta di 28 gradini di marmo, si
trovava nel lato nord nel complesso dei fabbricati lateranensi,
chiamati Patriarchìo. Era salita dai pellegrini che erano ammessi alla benedizione del papa.
Una tradizione medievale, che comincia a prendere consistenza nell'anno
santo del 1450, la faceva giungere a Roma nel 326, portatavi da
S.Elena, madre di Costantino, la quale l'avrebbe prelevata dal palazzo
di Pilato, in Gerusalemme. Sarebbe stata discesa da Gesù nel giorno
in cui fu condannato a morte. Nel piano di ristrutturazione del
Patriarchìo, voluto da Sisto V
(1585-1590) e affidato a Domenico Fontana (1543-1604), per la SCALA
SANTA non si trovò soluzione migliore che appoggiarla al SANCTA
SANCTORUM. Il Fontana stesso, quasi a sottolineare l'avvenimento,
racconta che il trasporto dei gradini che la compongono avvenne di
notte, al lume di torce e al canto di preghiere e salmi: che furono
messi in opera iniziando dall'alto perché non fossero calpestati dai
piedi degli artefici, ma toccati solamente dai ginocchi dei fedeli
oranti. Nel 1723, per volontà di Innocenzo XIII
(1721-1724), furono coperti con tavole di noce, per impedirne l'usura,
ma vi praticarono delle feritoie dove si riteneva di scorgervi delle
tracce di sangue. Per agevolare l'afflusso dei fedeli, il Fontana
affiancò alla SCALA SANTA altre quattro scale, ottenendo un rilevante
effetto scenografico. Inoltre a destra e sinistra del SANCTA SANCTORUM
eresse le cosiddette "nuove cappelle" di S. Lorenzo, che funge da
chiesa vera e propria e di S. Silvestro, adibita ora a coro dei
Passionisti. Le pareti delle scale e quelle delle cappelle furono decorate da pittori allora abbastanza noti. Tra tutti va ricordato Paul Brill
di Anversa (1554-1626), indubbiamente il migliore. La sistemazione del
complesso riguardante la SCALA SANTA fu ultimata nel 1589 e Sisto V ne dette l'annunzio pubblico con una bolla il 24 maggio 1590. Da
quella data la SCALA SANTA entra a far parte definitivamente della
storia artistico-urbanistica di Roma e di quella liturgico-penitenziale
moderna. Da questo lato si può considerare il termometro della devozione popolare alla Passione.
Ma si ricorda che anche molti papi la salirono con grande pietà. È rimasta memorabile l'ultima visita fatta da Pio IX
il 19 settembre 1870, vigilia della presa di Roma. Egli la salì in
ginocchio, con molto raccoglimento, sorretto dal beato Bernardo
Silvestrelli, generale dei Passionisti: ed era stato proprio Pio IX ad
affidare (1854) questo insigne santuario della Passione ai religiosi
Passionisti che si collocano nella Chiesa per una specifica attenzione
alla Passione di Cristo. I quali, specie nella quaresima, trovano qui
l'ambiente congeniale alla loro missione. Nel 1937 si completa, in qualche maniera, l'opera del Fontana.
Su progetto dell'architetto Mannucci aprì anche un abside alla cappella
di S. Lorenzo, nella quale nel 1977 è stato collocato il nuovo altare
dell'architetto O. D'Egidio. Per completare queste rapide notizie,
vanno segnalati ancora, sia i sotterranei della SCALA SANTA che
inglobano quasi tutti i vani dell'"archivio lateranense" occupati ora
per buona parte dalla cappella interna del convento, sia il Triclinio
di Leone III (759-816) che è addossato al lato esterno dell'edifico del
Santuario, di fronte alla facciata di S. Giovanni in Laterano.
|