L'Immagine del SS. Salvatore | Di
tutti gli oggetti conservati nella cappella del Sancta Sanctorum il più
antico, celebre e venerato è l'immagine del SS. SALVATORE, detta anche
ACHEROPITA, cioè "non fatta da mano umana", come si riteneva da una
tradizione medievale. Questa icona, epicentro del culto e dell'arte
di tutta la cappella, è posta come pala dell'altare papale e viene
ricordata per la prima volta nel Liber Pontificalis intorno alla metà
del secolo VIII, al tempo del pontificato di Stefano II (752-757),
quando si narra che quel pontefice la portò personalmente, in spalla e
scalzo, per le vie di Roma per scongiurare le incursioni longobarde del
re Astolfo (756). |
| Il rivestimento dell'Immagine Acheropìta è in argento sbalzato.
Sullo sportello di sinistra sono raffigurati: la Vergine Annunziata, il Battista,San Giacomo il Maggiore e Sant'Antonio Abate.
Sullo sportello di destra: l'Arcangelo Gabriele, San Pietro, San Paolo Ap. e San Lorenzo.
Tempera su seta, incollata su tavola di noce,cm 142 x 70.
| La STORIA dell'IMMAGINE del SS. SALVATORE Si
ritiene che l'icona sia stata dipinta a Roma tra il V e il VI secolo.
Oggi sulla tavola restano solo tenuissime tracce di un Cristo in trono,
con aureola crociata, nella classica posa del Maestro con il rotolo
della legge nella sinistra e con la destra benedicente.
Più
volte restaurata, mutò completamente volto quando Alessandro III
(1159-1181) fece sovrapporre all'originale quello che ora vediamo,
dipinto su seta.
Innocenzo III (1189-1216) coprì il resto
della sacra icona con una lamina d'argento sbalzato, che attraverso i
secoli si è arricchita con interventi che ne hanno costipata tutta la
superficie.
Anche essa è stata ripulita durante i recenti
restauri. Gli sportelli che proteggono l'icona, sempre d'argento
istoriato a sbalzo, sono del sec. XV. Sovrasta il tutto un
baldacchino in metallo e legno dorato, che sostituisce quello del
Caradossi (1452-1527), perduto durante il sacco di Roma del 1527. Pur
non essendo oggetto di particolari liturgie, come lo fu nel passato,
questa icona è sempre molto venerata dai fedeli, che la ritengono
ancora di salvezza nelle calamità pubbliche e negli eventi memorabili
dell'Urbe. Venerazione che trova riscontro nel culto che, sempre a
Roma, si ha per l'altra antica icona della Madonna "Salus populi
romani" di Santa Maria Maggiore.
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