Nel 1723, per volontà di Innocenzo VIII (1721-1724), furono coperti con tavole di noce, per impedirne l'usura, ma vi praticarono delle feritoie dove si riteneva di scorgervi delle tracce di sangue.
Per agevolare l'afflusso dei fedeli, il Fontana affiancò alla SCALA SANTA altre quattro scale, ottenendo un rilevante effetto scenografico. Inoltre a destra e sinistra del SANCTA SANCTORUM eresse le cosiddette "nuove cappelle" di S. Lorenzo, che funge da chiesa vera e propria e di S. Silvestro, adibita ora a coro dei Passionisti.
Le pareti delle scale e quelle delle cappelle furono decorate da pittori allora abbastanza noti.
Tra tutti va ricordato Paul Brill di Anversa (1554-1626), indubbiamente il migliore. La sistemazione del complesso riguardante la SCALA SANTA fu ultimata nel 1589 e Sisto V ne dette l'annunzio pubblico con una bolla il 24 maggio 1590.
Da quella data la SCALA SANTA entra a far parte definitivamente della storia artistico-urbanistica di Roma e di quella liturgico-penitenziale moderna.
Da questo lato si può considerare il termometro della devozione popolare alla Passione.
Ma si ricorda che anche molti papi la salirono con grande pietà.
È rimasta memorabile l'ultima visita fatta da Pio IX il 19 settembre 1870, vigilia della presa di Roma. Egli la salì in ginocchio, con molto raccoglimento, sorretto dal beato Bernardo Silvestrelli, generale dei Passionisti: ed era stato proprio Pio IX ad affidare (1854) questo insigne santuario della Passione ai religiosi Passionisti che si collocano nella Chiesa per una specifica attenzione alla Passione di Cristo. I quali, specie nella quaresima, trovano qui l'ambiente congeniale alla loro missione.
Nel 1937 si completa, in qualche maniera, l'opera del Fontana.
Su progetto dell'architetto Mannucci aprì anche un abside alla cappella di S. Lorenzo, nella quale nel 1977 è stato collocato il nuovo altare dell'architetto O. D'Egidio.
Per completare queste rapide notizie, vanno segnalati ancora, sia i sotterranei della SCALA SANTA che inglobano quasi tutti i vani dell'"archivio lateranense" occupati ora per buona parte dalla cappella interna del convento, sia il Triclinio di Leone III (759-816) che è addossato al lato esterno dell'edifico del Santuario, di fronte alla facciata di S. Giovanni in Laterano.